L’ex abbazia si trova in una distesa detta “Chiaria”, ad un’altitudine di 607 m s.l.m, a ridosso del monte Drago, una delle cime che compongono il massiccio del Camposauro, a lato di un burrone conosciuto come “Funno”, nella gola del vallone Secco, in corrispondenza di due mulattiere che collegavano le valli Vitulanese e Telesina, in una posizione ripida e strategica che consente una vista sulla valle. Può essere raggiunta solo a piedi, tramite sentieri che seguono i percorsi delle antiche mulattiere[1]. Benché ricada nel territorio del comune di Vitulano, appartiene al comune di Foglianise. L’abbazia fu fondata tra il 940 e il 944 da uno dei principi longobardi di Benevento, Atenolfo II o Atenolfo III. I primi documenti scritti relativi all’abbazia risalgono al 1164. È stata abitata in successione da diversi ordini monastici: inizialmente dai benedettini, per il cui uso era intesa inizialmente, poi dai celestini e dagli umiliati. L’abbazia era in possesso di diversi feudi. Nel 1303 gli Angiò provarono ad aggregare l’abbazia a quella di santa Maria a Mazzocca, a Foiano di Val Fortore, ma una rivolta popolare degli abitanti di zona fermò il tentativo. Nel 1660 l’abbazia fu data ai monaci camaldolesi, ma venne abbandonata poco dopo in seguito al terremoto del 1688. Nel 1705 venne sconsacrata dal cardinale Vincenzo Maria Orsini (allora arcivescovo di Benevento, futuro papa Benedetto XIII) a causa dello stato di abbandono e dei continui attacchi da parte di briganti, che in seguito la usarono come rifugio grazie alla sua posizione strategica. Agli inizi del diciannovesimo secolo degli antiquari acquistarono il fondo delle pergamente dell’abbazia, successivamente regalate dai loro eredi alla Società Napoletana di Storia Patria, dove vengono conservate. Larga parte delle rovine dell’abbazia rimane intatta nel XXI secolo. Si possono osservare la torre, il portale d’ingresso e parte del muro di cinta, costruito in un momento successivo, oltre alle abitazioni di monaci e priore, datate al XVI secolo. Della chiesa antica, a cui si accedeva dal cortile interno, rimane solo l’abside.
Abbazia di Santa Maria della Grotta
Abbazia sulle montagne del Camposauro